Questa losca figura doveva essere la figura imparziale che avrebbe dovuto riscuotere consenso non solo in tutte le parti in parlamento, ma anche nell'intero paese. E' bastato un Travaglio qualsiasi a farlo infurirare e a farlo intervenire telefonicamente in una trasmissione (cosa che in genere è prerogativa di Silvio o al massimo di Mauro Masi) che spesso e volentieri riserva plateali figure di merda a quelli che si limitano alla telefonatina di ordinanza senza metterci la faccia. In un programma o ci si va o non ci si va, le telefonate sono vigliacche e soprattutto controproducenti. Questo valeva per Berlusconi (che almeno però ci ha consegnato delle pagine di tv indimenticabili) e vale soprattutto per Grasso, seconda carica dello stato che non solo nell'aula del Senato, ma nella sua intera condotta dovrebbe tenere un comportamento imparziale e responsabile (direi sobrio, ma dopo Monti l'aggettivo è inutilizzabile). Questo poi certo non comporta che ci si debba astenere dal ricorrere ad azioni legali nel caso si consideri la propria reputazione lesa. Sarebbe stato infatti molto più di classe procedere ad azione legale contro Travaglio in silenzio e senza tutta questa inutile e stucchevole risonanza mediatica. Non entro nel merito delle accuse fatte da Travaglio, non mi interessano. Sono le pippe di cui tanto gode Travaglio e gliele lascio volentieri. Quello che mi ha sgomentato è stato come si è gestita l'intera questione post-servizio pubblico. Ormai la frittata era fatta, bisognava però gestire al meglio la nuova situazione formatasi. Grasso, a mio parere, ha fatto bene a pretendere un dibattito immediato (anche se, ripeto, il presidente del senato se ne dovrebbe stare buono-buono a fare il notaio a palazzo Madama e non addentrarsi in duelli televisivi), ma doveva pretende un dialogo, non il solito monologo. E qui entra in scena quella volpe di Corrado Formigli che nella gestione di tutta la vicenda ha esemplificato al meglio l'unica cosa che interessa ai giornalisti di scuola "santoriana" e dunque di Santoro stesso: IL Dio share sempre e comunque. Formigli si è mostrato più che volpe, un'autentica serpe. Non perché abbia scippato l'ospite al suo vecchio maestro, ma perché ha preteso che si svolgesse un duello in una trasmissione a cui uno dei due sfidanti non può, per buon senso, partecipare. Formigli sa bene che per le più elementari regole di concorrenza Travaglio non può andare ospite a Piazza Pulita. E' come se Crozza facesse le copertine satiriche a Porta a Porta e Paolo Pagliaro (Dio ce ne scampi) facesse il suo mortifero punto in In Onda di Telese e Porro. Sono regole non-scritte dei palinsesti televisivi che Formigli ben conosce, ma di cui se n'è ben fregato.
Premetto che non ho visto la puntata di Piazza Pulita (uno dei più inutili e orrendi talk show del panorama televisivo italiano) perché sinceramente non so quale piacere avrei tratto da sorbirmi un altro monologo autoreferenziale (di monologhi ci bastano e avanzano quelli di Travaglio). Queste persone non sono capaci a dialogare quando sono a due metri di distanza, figuriamoci quando parlano diacronicamente e in due trasmissioni diverse. Purtroppo quando si tratta di integralisti ognuno persegue come un mulo i suoi argomenti non arrendendosi al fatto che una verità, purtroppo, ha molteplici sfaccettature. E Travaglio, mi duole dirlo, è il più mulo di tutti. Ma anche Grasso, il cui intervento anche nei modi mi ha lasciato molto perplesso, ha dimostrato di essere borioso e suscettibile, attributi che, ripeto, la seconda carica dello Stato deve mettere da parte queste debolezze lungo tutto il quinquennato. Il rispetto delle istituzioni e la moralità degli uomini pubblici non sono ramanzine che possono valere sempre e solo per Berlusconi.
P.S. Ho sempre pensato che la scelta di Anna Finocchiaro per la presidenza del senato sarebbe stata molto più appropriata e adesso ne sono ancora più convinto. Non mi addentro nei meriti o demeriti politici della persona, ma sicuramente si sarebbe trattato soprattutto di una donna accorta e intelligente che ben conosce l'aula del senato e tutti i meccanismi parlamentari e che dopo tanti anni di gavetta parlamentare come capogruppo avrebbe meritato da parte del suo partito un riconoscimento adeguato.